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E venne il giorno del nuovo (nuovo) regime dei minimi

90 commenti

Su suggerimento di @Sguenz.

La Legge di Stabilità è stata approvata da qualche ora e la corsa all’apertura di una partita IVA si fa ancora più folle. L’altro giorno, all’Italian Innovation Day, Renzi elogiava le giovani menti creative e con una sagace battuta dichiarava guerra alla complessità fiscale italiana, dichiarandola impossibile da complicare.
Ebbene no: è possibile! Dal 1° gennaio 2015 entra in vigore un nuovo regime forfettario che, rispetto al precedente regime dei minimi, rende tutto più complesso e costoso.
Ma allora ci chiediamo: come è possibile pensare di incentivare le giovani menti creative con una fiscalità che, per rientrare in un regime teoricamente favorevole, prevede per i professionisti un reddito medio mensile lordo di 1250 euro?


 

Dai commenti:

L’introduzione viene criticata (effettivamente troppo poco obiettiva, monito per le prossime volte).

per @Tony Cool “Questo regime dei minimi é sostanzialmente in linea con quelli precedenti, con piccole differenze che dopo evidenzio. Questa tipologia di regimi agevolativi dal punto di vista della semplificazione sono fatti bene, l’eliminazione della ritenuta, dell’Iva e una percentuale fissa ti permettono di pensare solo al tuo lavoro e di poter programmare visto che sai già quanto dovrai pagare di tasse e quando.
Mentre il precedente regime del 5% era molto vantaggioso per tutti questo regime ha differenziato tra poche casistiche, in particolare avvantaggiando le start up e non dando un vantaggio enorme a chi ha già un lavoro. Prima potevi avere un lavoro dipendente con uno stipendio di 100.000 € e poi avevi un altro reddito come professionista con una tassazione agevolata, per me senza senso.”

 

 

 

Immagine da Wikimedia Commons.


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