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Fumo di Londra: la situazione nei vari partiti

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Quarto episodio della newsletter di Gabriele Carrier: le elezioni a sorpresa annunciate la scorsa settimana da Theresa May sono  l’occasione per approfondire lo stato di salute delle principali forze politiche britanniche.

Al centro del dibattito sulle prossime elezioni britanniche c’è quindi la questione dei negoziati con l’Unione europea sulla Brexit. Come ho raccontato sulla Verità in edicola mercoledì (e sfogliabile online), per alcuni commentatori britannici la decisione di Theresa May è stata dettata soprattutto dal fattore tempo. In caso di naturale scadenza del mandato, Theresa May avrebbe avuto troppi pochi mesi, 15 per l’esattezza, tra la data fissata per il divorzio dall’Ue (marzo 2019) e quella delle elezioni. In quel caso i dolori della separazione, secondo il premier, sarebbero stati assai più forti delle buone ragioni dell’addio a Bruxelles. Così facendo, invece, in caso di vittoria dei conservatori – che sembra assai probabile -, May guadagnerebbe due anni sulla sua agenda e la possibilità di godere del periodo di transizione voluto da Londra per facilitare l’uscita dall’Ue.

 

Immagine da pixabay.


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