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I danni del bravo insegnante

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A cura di @DMAX.

In un contributo ad un convegno del 2001, Rosetta Zan, professoressa di didattica della matematica e autrice delle Indicazioni Nazionali del I ciclo riflette sul ruolo degli insegnanti nella scuola di oggi.

C’è un sottile disagio che accomuna gli insegnanti ed i genitori della mia generazione. Allievi remissivi (o eventualmente ribelli, ma con quale fatica!) di insegnanti spesso autoritari, siamo diventati insegnanti aperti e disponibili, quasi ‘illuminati’, di allievi che non sembrano apprezzare tanta fortuna. Nello stesso modo figli remissivi o ribelli di genitori spesso autoritari, siamo diventati geni tori illuminati di figli per lo più ‘ingrati’. Questo disagio è vissuto in genere in modo contraddittorio: perché in molti di noi c’è la convinzione nascosta che in fondo noi siamo stati dei bravi allievi e dei bravi figli, che hanno soddisfatto le aspettative, pure alte, dei nostri educatori ‘autoritari’, mentre i nostri allievi, i nostri figli, non sembrano fare altrettanto con i loro educatori ‘illuminati’. Detto in altre parole: noi siamo stati ‘bravi’ nonostante i nostri educatori. I nostri allievi non lo sono nonostante abbiano ‘bravi’ educatori.

Questo meccanismo di difesa è molto naturale e ben noto in psicologia: in condizioni normali gli individui tendono ad attribuire la causa dei propri successi a fattori interni, e la causa dei propri insuccessi a fattori esterni. Quanti nostri allievi fanno così! Sbagliano un compito perché l’insegnante ‘ha messo delle domande troppo difficili’, ma se invece lo fanno correttamente è perché sono stati bravi…

Immagine da pxhere.

 


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