Ars Technica riporta i problemi che gli sviluppatori di software stanno incontrando da quando parecchie aziende sviluppano programmi di Intelligenza Artificiale.
Questi programmi vengono addestrati cercando materiale (scraping) contenuto sui siti web, anche in quelli che in teoria sarebbero protetti dai protocolli di esclusione dei robot (robot.txt).
Di fronte a questa invasione indesiderata, uno sviluppatore (anonimo) intervistato da Ars Technica ha rielaborato il tarpit (pozza di asfalto), una tecnica già usata come anti-spam, e ha creato un malware battezzato Nepenthes, che intrappola i robot delle IA in un loop infinito, bloccandoli in una serie di richieste a pagine web da cui non possono uscire, con una serie di link che riportano alla pagina iniziale. Inoltre, all’interno delle pagine i robot delle IA possono essere alimentati con dati falsi, in modo da rendere non solo inutili, ma anche dannose per le IA le loro attività.
A link to a Nepenthes location from your site will flood out valid URLs within your site’s domain name, making it unlikely the crawler will access real content,” a Nepenthes explainer reads…
… it’s about resisting the AI industry further decaying the Internet with tech that no one asked for, like chatbots that replace customer service agents or the rise of inaccurate AI search summaries. By releasing Nepenthes, he hopes to do as much damage as possible, perhaps spiking companies’ AI training costs, dragging out training efforts, or even accelerating model collapse, with tarpits helping to delay the next wave of enshittification.
L’articolo riporta le contromisure usate dagli sviluppatori di IA, e lo sviluppo di un nuovo malware da parte di quelli che possiamo definire i nuovi luddisti.
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