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I social stanno mettendo in crisi la nostra democrazia un click alla volta [EN+IT]

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A cura di @Lowresolution.

La più pericolosa minaccia per la nostra democrazia non è l’autoritarismo monocratico di una dittatura, è la democrazia diretta. Questo è quanto sostiene Janan Ganesh sul Financial Times. (l’articolo su FT è soggetto a paywall, su Il Foglio una sintesi)

Diverse ricerche di mercato mostrano come internet e i social stiano alimentando l’idea che il popolo si possa governare da solo con decisioni prese a maggioranza sui canali digitali, e che gli esperti o i vecchi “gatekeeper” tipici della vecchia democrazia rappresentativa non servano più.

Google and Facebook are more like rolling referendums. These companies employ few people (relative to their market capitalisation) but allow billions a directness of say, an immediacy of gratification, that is new to the human experience. They sometimes betray a view of the world in which earthly government is peripheral. Perhaps none of this will re-wire our civic culture over time. Perhaps. The best case against a second referendum on EU exit (there are some fine ones in favour) has nothing to do with Europe. It is the normalisation of direct democracy. Imagine mass direct votes on tax rates or migrant numbers. Or, to save you some sleep, do not.

Il tema è ripreso anche in un interessante TED talk della sociologa Zeynep Tufekci. Le grandi corporation digitali stanno costruendo potenti sistemi globali di gestione dei big data per alimentare il proprio business basato sulla pubblicità. Mentre costruiscono sistemi sempre più sofisticati e persuasivi per le grandi masse, non sembrano curarsi degli effetti dei propri algoritmi sulla discussione politica e democratica e sulla libertà delle persone.

 

Immagine da Wikimedia Commons.


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