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Il futuro prossimo della Federazione Russa – parte 1 [EN]

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A cura di @Festina Lente

Presentiamo oggi il primo di quattro articoli di Leonid D. Bershidsky per la sua rubrica per Bloomberg View, dedicato all’intervista di fine anno del Presidente della Federazione Russa, Vladimir V. Putin.

L’autore sostiene che il Presidente della Federazione Russa, ha potuto capitalizzare politicamente i suoi successi geopolitici (fra gli altri il conflitto in Siria dove, grazie all’accordo con la Turchia, l’Occidente sembra essere stato marginalizzato, la stagnazione del conflitto nell’est dell’Ucraina, e l’accordo con l’Opec). Il Presidente non sarebbe però apparso trionfante, conscio dei limiti di questi successi, che ora non hanno contribuito a migliorare la situazione della Russia, ora appaiono difficilmente migliorabili, ora di incerta utilità. Così, ad esempio, il perdurare della guerra nell’Est dell’Ucraina, le gravi difficoltà economiche del Paese, la difficoltà di portare a termine le riforme (cf. questo articolo di Sergey Aleksashenko sul suo blog sul sito della Brookings Institution), e la caduta di popolarità del Presidente Poroshenko assai difficilmente porteranno ad un Governo filo-russo in Ucraina; allo stesso modo la vittoria di Trump porterà probabilmente ad un miglioramento dei rapporti fra USA e Federazione Russa, ma non necessariamente a cambiamenti radicali (cf. questo secondo articolo di Aleksashenko; cf. anche le risposte sulla questione russa di Rex Tillerson, nuovo Segretario di Stato, durante la recente audizione al Senato, che ha giudicato la risposta americana all’aggressione in Crimea debole). Oltretutto l’EU si sta rivelando più unita di quanto si potesse temere ed anche la possibile, ma non certa, vittoria di partiti euroscettici non porterà alla fine dell’EU ed una probabile vittoria di Fillon potrebbe non essere il preludio alla fine delle sanzioni a Mosca; d’altra parte la Brexit non ha portato ad un governo più morbido verso Mosca nel Regno Unito.

Sul piano economico la situazione russa resta ancora incerta. Permangono anche i dubbi sulla tenuta dell’accordo con l’Opec e sull’importante accordo di parziale privatizzazione di Rosneft (principale compagnia petrolifera russa), che coinvolge la anglo-svizzera Glencore, il fondo sovrano del Qatar, ed il gruppo Intesa–San Paolo.

 

Immagine da Wikimedia Commons.

 


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