In un articolo di Rivista Studio, il giornalista musicale Paolo Madeddu recensisce l’ultimo album del cantante italiano Lucio Corsi, e parla del fenomeno mediatico nato attorno al cantante e cosa possa significare sulla situazione attuale della musica italiana.
Ed è facile aspettarsi che gli acquirenti siano soprattutto la generazione che più ha salutato Corsi come uno Starman (ehm), giunto dal cielo a salvare i tanti che tra YouTube e i social affermano esplicitamente che da anni si sentono esasperati dal pop e dal rap italiano: una generazione cresciuta amando la musica anche più delle precedenti e delle successive, e che non prende benissimo il modo in cui le multinazionali producano musica sempre meno transgenerazionale, laddove ai loro tempi Lucio Dalla o Sting (esempi un po’ frettolosi, cambiateli se vi infastidiscono) andavano bene ai 18enni come ai 48enni.
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