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Marco Paolini: «Non mi perdono di aver ucciso una donna»

Marco Paolini: «Non mi perdono di aver ucciso una donna»

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Un anno fa Marco Paolini provocò un incidente stradale in cui rimase uccisa una donna. Per quei fatti nella primavera di quest’anno ha patteggiato una condanna a un anno di reclusione per omicidio stradale, pena sospesa con la condizionale. In una intervista a Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera ha rievocato quel che accadde in quel giorno, parlato del suo senso di colpa e di come gli eventi abbiano condizionato il suo lavoro

Certo che tornare a fare il teatro civile…
«Ecco. È ovvio che chi fa il mio lavoro a volte prende posizioni nette. Denuncia. Accusa. Avere commesso un errore così grave ha messo in discussione dentro di me la legittimità di puntare il dito. Da che pulpito! Come fai ad esercitare una funzione critica? Forse non lo puoi fare più. Forse devi stare zitto. Forse la tua pena è il silenzio».

Come per i vecchi brigatisti?
«No, non credo. Le mie scelte teatrali sono però condizionate. Non perché io tema il giudizio degli altri. È il mio giudizio su me stesso che ha subito un duro colpo».


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