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Populismo, diseguaglianza e reddito universale: la soluzione è tornare a crescere

Populismo, diseguaglianza e reddito universale: la soluzione è tornare a crescere

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A cura di @Lowresolution.

Dopo la Brexit e l’elezione di Trump stanno piovendo svariate analisi che mettono il relazione il populismo con le crescenti diseguaglianze e la crisi della classe media nei paesi occidentali.

Un post sul blog dell’INSEAD cerca di analizzare quali sono le cause della diseguaglianza. Dati e tabelle alla mano, si vede come il negli ultimi anni il reddito medio globalmente è salito per quasi tutte le classi sociali, compresi i segmenti più poveri, tranne che nel segmento della classe media. Questo dimostra che globalmente la ricchezza si è (ri)distribuita a vantaggio delle economie emergenti, a spese della classe media occidentale, che vede progressivamente svanire le sue possibilità di migliorare la sua posizione futura.

Questa incertezza e paura del futuro rischia di peggiorare con l’effetto combinato della globalizzazione e dell’innovazione tecnologica che sta bruciando posti di lavoro, sopratutto quelli meno qualificati e routinari.

Technological disruption is exacerbating social inequalities, and we need to talk seriously about the virtues of a social wage. We need to fund people to work, without necessarily being employed, in a manner that allows them to help others or practice their skills in ways that they find meaningful and rewarding.

Quella che stiamo vivendo è una fase di “distruzione creativa” alla Schumpeter, siamo in una fase di passaggio tra un mondo vecchio e un mondo nuovo, e gli strumenti politici e economici del passato non ci aiutano più a pensare al futuro.

It’s a time defined by the rapid waning of our legacy institutions, even though their replacements haven’t scaled up yet. We’re in that messy, sometimes anxious, and ambiguous space between the old and the new.

Qualcuno chiama questa fase l'”era emergente“. Non ci sono soluzioni facili, e certamente il protezionismo economico o il neo-luddismo populista non fermeranno il cambiamento, anzi rischiano di peggiorare il problema.

La soluzione è probabilmente il reddito di base universale o pensare a trasformazioni radicali della giornata lavorativa, con la settimana di 15 ore lavorative come teorizzava Keynes negli anni ’30.

In ogni caso se il reddito di base universale può alleviare il problema di chi rischia di non trovare più un lavoro, non risolve il problema di base: la mobilità sociale e la possibilità di migliorare la propria posizione sociale. Resta una soluzione tampone in attesa di un riallineamento sociale e economico. L’unico modo in cui questo può avvenire è investendo seriamente nell’istruzione e nello sviluppo di nuove conoscenze e competenze per il nuovo mondo.


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