L’Iguana, di Anna Maria Ortese, è una favola stralunata e complessa. La trama – le vicende di un ricco milanese che su un’isola semi-deserta del Mediterraneo scopre un’iguana antropomorfa – procede in maniera elusiva per passaggi veloci e onirici, fantastici, spesso assurdi.
Nella tradizione dei Veda dieci sono gli avatara, o incarnazioni, del dio Vishnu, ma potrebbero essere anche trentanove, oppure innumerevoli. Ad ogni sua discesa il dio prende forme nuove: diventa un pesce gigantesco, una tartaruga, un nano e anche il primo Re del Mondo, che si chiamava Prithu.
Il sacro, secondo l’animismo delle Hawaiʻi, è espanso, e comune. La vita è sacra, la terra è sacra: onorare la prima significa inventare un modo per gestire la seconda.
Contengo moltitudini è un saggio di quattrocento pagine sull’assurdo mondo della microbiologia. L’ha scritto Ed Yong, l’editor della sezione scientifica dell’Atlantic, accumulando viaggi e interviste e scorci stranianti (in Italia è uscito per La Nave di Teseo, traduzione di Stefano Travagli).
Nel 1974, nove anni dopo il premio Strega vinto con La macchina mondiale, Paolo Volponi pubblicò Corporale, un anti-romanzo caotico e frammentario che insegue le paranoie del protagonista, Gerolamo Aspri, ex dirigente industriale con l’ossessione della bomba atomica.
“Il ventunesimo secolo inizia l’11 settembre 2001” è una frase sensata. Il ventunesimo secolo è iniziato l’11 settembre perché quel giorno la variante saudita della Grande Accelerazione, quello che in Italia chiamiamo boom economico, ha seminato una delle ossessioni (culturali, socio-politiche, psicologiche) degli ultimi vent’anni.
La mattina del 4 maggio 1954 nella miniera di lignite di Ribolla, tra le colline metallifere della Maremma, ci fu uno scoppio di grisou, un combustibile inodore e incolore, miscuglio composto soprattutto da metano – e poi azoto, anidride carbonica e altri gas – un ectoplasma che infesta ogni cava di lignite ma che rimane inoffensivo almeno fintanto che esiste un circuito di areazione adeguato, finché ci sono le giuste vie di flusso e riflusso dell’aria.
Questa estate ho letto dei brani di Perifrasi del concetto di fame, il mattone di Leo Spitzer, un ventottenne viennese che nel 1917 venne incaricato al controllo della corrispondenza dei prigionieri italiani.
Nel 2014 intervisto il climatologo Luca Mercalli a Venezia, durante un festival di corti e documentari dedicati alla sostenibilità ambientale. Ha fatto alcune lezioni nelle scuole e – mi racconta mentre cerchiamo un posto silenzioso dove registrare – nessuno dei ragazzi che ha incontrato sapeva nulla della conferenza sul clima di Lima che era in corso in quei giorni, o del vertice di Parigi già fissato per l’anno nuovo.
L’ispirazione per Canto notturno di un pastore vagante dell’Asia venne a Leopardi leggendo una recensione su una delle prime riviste scientifiche d’Europa, il Journal des savants.
Quello che segue è un omaggio a Nanni Balestrini, morto lo scorso 20 maggio. Scrittore, poeta, artista, tra i fondatori del Gruppo 63 – insieme a Umberto Eco, Alberto Arbasino, Giorgio Manganelli e altri.
Quello della finanza ambientale è un mercato in piena espansione. Prendiamo i danni causati dal super-tifone Haiyan che nel novembre del 2013 colpì le Filippine: 8.000 tra morti e dispersi, più di un milione di case colpite – di cui 550.000 completamente spazzate via – danni stimati per 13 miliardi di dollari.
Non appena l’idolo di legno varcò le inespugnabili mura di Ilio, Cassandra impazzì. Apollo le aveva sputato in bocca la condanna a rimanere per sempre inascoltata, così nessuno le credette in quella notte di sventura e delirio.
Il permafrost è uno strato di terreno che per definizione è “permanentemente gelato”. Si trova nel sottosuolo ad alta quota ma soprattutto ad alte latitudini: il permafrost si nasconde sotto il 20% delle terre emerse.
Qualche giorno fa ho sognato di essere sulle rive di un enorme fiume, dove tra sconosciuti ci si indicava grossi leoni marini e trichechi che scivolavano sulla tensione superficiale dell’acqua.
Nel febbraio 2013, l’80% dell’inquinamento dell’aria di Atene era dovuto al riscaldamento a legna. Un anno prima il governo, in una mossa radicale per raggiungere gli obiettivi di bilancio, aveva alzato le imposte sull’energia.
Nel 2049, quel che resta dell’umanità dopo un grande cataclisma geologico, poche migliaia di persone, vive in una sorta di stazione spaziale costruita assemblando i resti di ex “agglomerati industriali militari e astronomici”.
hookii utilizza cookie di terze parti per funzionare al meglio. Cliccando su OK, l'utente del sito acconsente all'uso dei cookie. Per maggiori informazioni cliccare su Leggi di più.OkLeggi di più