Come riporta un articolo di Bloomberg, il governo russo sta investendo nella produzione agricola, specialmente dopo che, nel 2014, ha proibito l’importazione di alcuni prodotti.
Da alcune settimane Antonio Pascale, sul suo blog del Post, ha iniziato una serie di interviste sul tema dell’agricoltura, ricapitoliamo qui le prime quattro:
Usare i batteri per un’agricoltura migliore: Roberto Defez, ricercatore del CNR, ci parla del miglioramento genetico di alcuni batteri del terreno al fine di aumentare la loro produzione di azoto e limitare così l’uso di fertilizzanti azotati derivati dagli idrocarburi.
di NedCuttle21(Ulm) • 30 Ott 2017 • 0 commenti •
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A cura di @NedCuttle21(Ulm).
Su Internazionale, un reportage a cura di Stefano Liberti e Fabio Ciconte sul duro lavoro dei braccianti, spesso stranieri, nelle campagne del Sud Italia.
Un articolo su Strade approfondisce usi ed effetti di un principio attivo molto importante per la nostra agricoltura, del quale ultimamente si è parlato molto (e male) ai piani alti della politica italiana: il glifosate.
Un interessante reportage su quello che sono riusciti a fare i Paesi Bassi in meno di vent’anni in campo agricolo: con grande forza di volontà, ricerca, tecnologia e spirito imprenditoriale il paese è diventato il secondo esportatore di alimenti al mondo dopo gli Stati Uniti, in termini di valore.
La crisi economica e la persistenza di un legame forte tra gli italiani e la campagna fa sì che si possa parlare di una sorta di ritorno alla terra per molti nostri connazionali.
Un articolo del Guardian sulle donne rumene che lavorano nelle serre siciliane. Un’organizzazione italiana per i diritti umani, Associazione Proxyma, stima che più della metà di tutte le donne rumene che lavorano nelle serre della provincia di Ragusa siano sottoposte ad abusi, e quasi tutte lavorino in condizioni di sfruttamento prossime alla schiavitù.
Titolo provocatorio per presentare un lungo articolo, a firma di Chris Newman su NewCo Shift, che tenta di evidenziare come l’agricoltura “moderna”, intesa come insieme di tecniche e processi che prevedono tra le altre l’uso di fertilizzanti, pesticidi e l’ingegnerizzazione delle sementi, non è sostituibile dal biologico, pena un drastico calo della produzione e della varietà.
Per alcuni decenni intorno al 1850, tra gli agricoltori del mondo e specialmente degli Stati Uniti si diffuse una vera e propria mania: il guano, ovvero lo sterco degli uccelli marini calcificato nel corso dei millenni sopra alcuni isolotti oceanici, che era l’equivalente agricolo del petrolio e fu la base di una “rivoluzione verde” dell’Ottocento.
di Rehdon Lofgeornost • 17 Nov 2016 • 0 commenti •
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Su suggerimento di @Rehdon Lofgeornost.
Se in Parlamento è stata annullata la proiezione di “Vaxxed”, lo pseudo-documentario sulla pericolosità dei vaccini, l’Università di Napoli si occupa invece di biodinamica, un altro caso di inclusione di propaganda antiscientifica.
Nel suo blog su Il Post, Antonio Pascale ripropone un articolo già apparso su Il Foglio in cui prospetta una nuova stagione per l’agricoltura biologica, che si allontani dal marketing “del naturale” e che sia compatibile con l’ingegneria genetica, partendo da una rapida analisi dello status quo dell’agricoltura biologica.
Il parlamento Europeo l’8 giugno scorso ha votato a larghissima maggioranza (577 favorevoli, 24 contrari e 69 astenuti) una mozione del capogruppo verde Maria Heubuch che blocca i fondi per la New Alliance for Food Security and Nutrition, creata in ambito G8 per stimolare l’innovazione tecnologica dell’agricoltura africana, e limita i finanziamenti futuri alle agricolture di sussistenza, con l’obiettivo di “evitare alle agricolture africane i disagi connessi all’innovazione tecnologica”.
di CulturadiLepenskyVirinTheSkywithCereals • 8 Set 2016 • 0 commenti •
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L’origine dell’agricoltura fa improvvisamente un balzo all’indietro di quasi mezzo millennio, da 8.200 a 8.600 anni fa, quando le ultime comunità di cacciatori-raccoglitori convivevano con i primi gruppi di agricoltori, al punto di mangiare anche i loro cibi a base di grano e orzo.
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