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Come è diventato così polarizzante il dibattito sull’aborto in USA

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Come è successo che l’aborto divenisse uno dei dibattiti più laceranti del nostro tempo?

Michael Barbaro in un inserto audio del New York Times parla della storia del movimento antiabortista USA. A partire dalla mobilitazione degli evangelici sulla questione delle scuole private — e per bianchi — nel sud degli Stati Uniti post segregazione, fu identificato un gruppo di potenziali elettori innescabili sulla base di temi «morali».  La vera svolta del partito repubblicano su questo tema fu suggellata (secondo gli autori dell’inserto) da Ronald Reagan che durante la sua campagna elettorale si definì apertamente «antiabortista».

Barbaro segue con la storia di Roe (alias di Norma McCorvey) che, dopo essere diventata la «ragazza manifesto» del movimento pro-aborto negli anni 70, si convertì alla dottrina evangelica diventando, negli ultimi anni della sua vita, un attivista antiabortista. L’intero podcast copre un intervallo di 50 anni di politica americana evidenziando come meccanismi politici che pensiamo attualissimi e “nuovi” siano in realtà frutto di sviluppi culturali e politici che hanno una storia molto più lunga.

Il racconto sul tema particolare dell’aborto si fonde con una riflessione più ampia sulle dinamiche politiche dei due grandi partiti e su come alcuni temi considerati non divisivi possano diventare immediatamente polarizzanti e viceversa:

Oggi riprendiamo una serie in due parti, pubblicata per la prima volta nel 2018, sulla storia di Roe v. Wade e sulla donna che vi è dietro. Quasi 50 anni fa, quando la Corte Suprema stabilì per la prima volta che le donne avevano il diritto costituzionale all’aborto, la decisione fu accolta con poche polemiche.
Nella seconda parte ci siamo chiesti: come mai l’aborto è diventato una delle questioni più controverse del nostro tempo?


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