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Il cervello a due velocità del populismo

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Su suggerimento di @Lowresolution

Il cervello umano è come un sistema che funziona a due velocità: il cervello intuitivo, impulsivo e veloce, e il cervello razionale, deliberativo, ma pigro. Ce lo racconta Daniel Kahneman, psicologo israeliano e Premio Nobel per l’economia, in un famoso libro del 2011 che viene rievocato spesso negli ultimi tempi per spiegare i comportamenti irrazionali, le bugie e i bias cognitivi che portano al populismo.

Kahneman spiega che il nostro cervello è portato evolutivamente e fisiologicamente a gestire tutto prima con il “sistema 1”, il cervello intuitivo e emotivo che tende a interpretare i fatti secondo quello che già crede di sapere e che istintivamente capisce. Questo cervello è veloce a basso consumo, serve per reagire velocemente a una minaccia. Un’approccio più ragionato e complesso richiede invece l’attivazione del “sistema 2”, il cervello più riflessivo e razionale, che richiede più energia e attenzione.

Il sistema 1 è intuitivo, impulsivo, associativo (adora saltare alle conclusioni), automatico, inconscio (non sa perché fa quello che fa), veloce, ecologico ed economico (spreca letteralmente poca energia, cioè glucosio). Il sistema 2 è consapevole, deliberativo, lento, se non addirittura pigro, faticoso da avviare, riflessivo, educabile ed educato, costoso in termine di consumo energetico. Sistema 1 e sistema 2 «non esistono né nel cervello né da nessuna altra parte», sono una “finzione ben fondata”, una metafora che ci aiuta a fare luce sulla nostra vita mentale. 

Per il nostro cervello è più facile credere a una bugia che conferma ciò che istintivamente pensiamo, piuttosto che a una verità che mette in discussione quello che il “sistema 1” crede e che richiede l’attivazione del pensiero più razionale e lento del “sistema 2”, che comporta anche lunghe fasi elaborazione della verità stessa (basti pensare all’elaborazione di un evento negativo).

Come spiega Matteo Motterlini sul Sole24Ore, in questo modo Kahneman rivoluziona uno degli assiomi fondamentali dell’economia neoclassica: che l’essere umano sia sempre un agente razionale e onisscente. Invece gli esseri umani commettono spesso errori e prendono decisioni sbagliate influenzati da bias cognitivi e istinti irrazionali, senza attivare il “sistema 2”. Questo richiede un diverso approccio alla politica e all’economia che protegga e aiuti chi è nella posizione di fare una scelta complicata, da chi può trarre vantaggio dal posizioni di controllo dell’informazione e di contesti decisionali opachi.

 


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