un sito di notizie, fatto dai commentatori

Il lupo e l’Husky

0 commenti

Una puntata del podcast Oltre la Storia illustra un vecchio articolo di Salvatore Lupo, dedicato a smontare un mito spesso ripetuto: è vero che la mafia aiutò gli Alleati a sbarcare in Sicilia nel 1943?

Sul tema, peraltro, Lupo ha anche scritto più recentemente un libro (qua due recensioni).

Se è vero che il boss italo-americano Lucky Luciano, nel 1942, collaborò con la Marina per evitare sabotaggi nei porti statunitensi, non sembra che i rapporti fra mafia e Alleati siano proseguiti oltre, e d’altra parte lo stesso Luciano non aveva conservato molti rapporti con l’isola natia. Nel 1943 la mafia in Sicilia era ancora viva e vegeta, non era stata estirpata dal prefetto Cesare Mori come vuole una certa vulgata: gli Alleati però non ne erano consapevoli, e in genere non avevano una grande conoscenza del territorio siciliano.

Ad ogni modo la mafia non giocò alcun ruolo nell’operazione Husky, con cui le truppe alleate sbarcarono sull’isola. In seguito l’amministrazione alleata sostenne persone legate alla mafia, ma ciò fu una scelta soprattutto britannica (mossa dal desiderio di appoggiarsi all’elite conservatrice locale), non americana, e questi ultimi scaricarono abbastanza in fretta il Movimento Indipendentista Siciliano che esprimeva queste forze.

Ad intrecciarsi alla mafia fu la politica locale successiva: il mito del patto USA-mafia fu propagato dai Mafiosi stessi, desiderosi di mostrarsi come importanti, e servì ad oscurare le cause molto più locali del loro successo.

È un’idea che finisce paradossalmente con lo sminuire il ruolo autonomo del sistema politico italiano nel tollerare o nell’incoraggiare la ripresa mafiosa: infatti, esauritasi la stagione separatista, tutti i mafiosi finirono per passare alla DC, sicché, se volessimo insistere sull’idea suggestiva (ma pur sempre forzata!) del patto scellerato con la mafia, dovremmo individuare nel partito-Stato della «prima» Repubblica il suo contraente – senza considerare le responsabilità delle opposizioni mostratesi sempre incapaci di contrastare tali degenerazioni. Si sente spesso descrivere la mafia come la creatura della lotta clandestina tra le grandi potenze, la si sente ridurre a una sorta di «Gladio regionale». Si tratta di una rappresentazione fuorviante: le radici del fenomeno mafioso affondano nel profondo della nostra società, come dimostra il fatto che esso ha prosperato prima e, purtroppo, va prosperando anche dopo la fine della guerra fredda.


Commenta qui sotto e segui le linee guida del sito.