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La destra israeliana dalle origini a Netanyahu

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In un articolo pubblicato su Doppiozero, David Bidussa ripercorre la storia della destra israeliana.

Nel febbraio 2019, in uno dei suoi ultimi interventi pubblici – pubblicato sul periodico “Foreign Policy” – lo storico Zeev Sternhell (1935-2020) si chiede perché Benjamin Netanyahu ami l’estrema destra europea. La matrice di quella simpatia, sottolinea Sternhell, sta nell’ostilità crescente verso i valori dell’illuminismo, i diritti umani, l’eguaglianza, l’idea di nazione come comunità di cittadini, più in generale verso gli stranieri. Viceversa, insiste, quell’area politica è volta a esaltare la tradizione, il particolarismo etnico e linguistico, le comunità e le «naturali gerarchie». E dunque apparentemente, per uno strano incidente di percorso, il governo di Israele si trova a essere «di casa», e «a casa», con quelle realtà politiche e culturali che negano la realtà dei fatti. E il fatto è che “a partire dalla Rivoluzione francese il destino degli ebrei è stato legato al destino dei valori liberal. Ovunque i diritti umani e l’uguaglianza fossero mantenuti, la vita era migliore per gli ebrei e ovunque sorgesse il nazionalismo razzista e tribale il pericolo per gli ebrei aumentava”.


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