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Le radici della crisi nello Xinjiang

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A cura di @Emilia.

Su Internazionale il giornalista Gabriele battaglia cerca di dare una spiegazione economica sulla tensione etnica tra Han e Uiguri e riporta una analisi sul rapporto tra governo centrale e minoranze uigure.

Quello che mi sembra mancare nella maggior parte della letteratura corrente è una spiegazione convincente del perché, a un certo punto, la situazione in Xinjiang sia precipitata, cioè come sia cominciato il crescendo di disagio-violenze-repressione. Come spiega Millward, la Cina ha una lunga tradizione “imperiale” di gestione delle minoranze. Perché dunque a un certo punto il Partito comunista abbraccia quello che lui chiama “assimilazionismo etnico han-centrico” (gli han sono il gruppo etnico maggioritario in Cina) a scapito del pluralismo? Cosa è successo tra i giorni in cui due giovani uiguri globalizzati cavalcavano le opportunità offerte dal progresso cinese e la distopia di oggi, per cui se tornassero in Cina finirebbero probabilmente in un campo di rieducazione? Mancano spiegazioni convincenti, cioè le cause materiali del conflitto, le ragioni socioeconomiche.

Immagine da Maxpixels.


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