DoppioZero ci parla di Nicola Labanca che ha pubblicato una nuova edizione del suo saggio Oltremare. Storia dell’espansione coloniale italiana (il Mulino, 2025) per aggiornare le conoscenze sul colonialismo italiano, fenomeno spesso dimenticato o raccontato in modo edulcorato.
Per decenni, l’opinione pubblica italiana non ha avuto accesso ai dati fondamentali sulla propria storia coloniale, e solo dagli anni Ottanta gli studi si sono rinnovati grazie a storici come Angelo Del Boca.
Labanca sottolinea le difficoltà di scrivere una storia del colonialismo che tenga conto delle diverse prospettive e discipline, senza appiattire le complessità in slogan o visioni semplicistiche. Un nodo cruciale è il legame tra il razzismo attuale e le radici coloniali, ancora poco riconosciute nella memoria collettiva.
La costruzione dell’impero coloniale fu vissuta come segno di modernità, mentre i crimini commessi venivano ignorati. Dopo la fine dell’impero, l’Italia repubblicana evitò una vera decolonizzazione culturale: nessuno venne punito per crimini coloniali, e gli ambienti culturali e politici dell’epoca imperiale continuarono a influenzare il discorso pubblico.
Labanca distingue quattro fasi nei rapporti tra Italia e Africa dal dopoguerra a oggi, osservando che, sebbene la conoscenza del passato coloniale sia aumentata, il Paese non ha ancora elaborato criticamente quella parte della propria storia. Persistono nostalgie imperialiste e un substrato culturale colonialista.
Infine, l’autore evidenzia come la propaganda coloniale del passato abbia attecchito perché faceva leva su stereotipi preesistenti, e quanto il lavoro degli storici resti difficile, ostacolato dalla mancanza di un sostegno istituzionale adeguato.
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