Un’unità della polizia israeliana avrebbe usato lo spyware Pegasus per ottenere informazioni personali su un attivista sociale in Israele. E poi le avrebbe usate per seguirlo e creare un file sulla sua vita privata.
L’esercito svizzero ha vietato al proprio personale l’uso di app di messaggistica come Whatsapp, Telegram e Signal, anche sui telefoni personali, quando sono in servizio.
Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, potrebbe essere estradato dall’UK negli Stati Uniti. È infatti stato accolto il ricorso del governo americano contro la precedente decisione della giudice distrettuale, Vanessa Baraitser, di non concedere l’estradizione a causa del rischio concreto di suicidio.
Apple ha fatto causa a NSO Group, l’azienda israeliana produttrice dello spyware Pegasus al centro di una serie di inchieste giornalistiche che hanno denunciato come questo strumento (ufficialmente venduto ai governi per indagare criminalità e terrorismo) fosse usato anche per spiare gli smartphone di giornalisti, funzionari governativi e attivisti.
Negli ultimi due anni i militari israeliani hanno messo in atto un ampio programma di sorveglianza biometrica sui palestinesi dei territori occupati della Cisgiordania.
Gaia-X, il progetto di cloud europeo promosso in particolare da Francia e Germania che avrebbe dovuto inaugurare l’era di sovranità digitale europea rispetto alle piattaforme e aziende extra-Ue, è un “casino”.
Nella mattina del 20 ottobre qualcuno a livello internazionale inizia a notare che il sito (raggiungibile via Tor) della gang ransomware Everest ha pubblicato un nuovo annuncio/una nuova vittima: SIAE, la la Società italiana degli autori ed editori.
Per quasi sei ore, lunedì scorso, Facebook, Messenger, Instagram, Whatsapp, OculusVR sono stati irraggiungibili e inutilizzabili. Come scomparsi improvvisamente dalla Rete.
Apple ha rilasciato un aggiornamento di sicurezza per chiudere una vulnerabilità zero-day (significa che fino ad ora era sconosciuta alla stessa Apple, che quindi avrebbe avuto zero giorni per metterla a posto) che interessa iPhone, iPad, Mac and Apple Watch.
A volte alcune di queste aziende finiscono coinvolte in episodi a dir poco controversi. Il termine Candiru indica un pesce gatto amazzonico che si insinua nelle branchie di altri pesci e si alimenta degli stessi.
All’inizio degli anni Duemila, in Italia, per infettare un indagato con uno spyware “bisognava che il target stesso lo installasse, o che qualcuno andasse a installarlo”, racconta il già citato X, “e non si usavano exploit”.
Vent’anni di industria della sorveglianza più profonda: quella che opera attraverso l’inoculazione di un trojan, uno spyware. I due termini — che qui sono usati come sinonimi — indicano quei software malevoli che di nascosto prendono il controllo di un dispositivo e ne spiano, tracciano, intercettano tutte le attività: mail, messaggistica (inclusa quella cifrata, visto che il controllo avviene direttamente tramite il dispositivo), foto, video, geolocalizzazione, file salvati, screenshot dello schermo, microfono e videocamera che possono attivarsi e registrare.
Quattro dirigenti (ex ed attuali) della società di tecnologie di sorveglianza francese Nexa Technologies (nota prima come Amesys) sono stati indagati in Francia per complicità in tortura.
L’ascesa dei ransomware – quei software malevoli che cifrano i file e chiedono un riscatto per sbloccare tutto, ormai gestiti da gang criminali ben organizzate – sembra aver raggiunto il suo climax.
Ad ogni modo, stiamo parlando di 49 minuti di disservizio. Tanto è durata l’8 giugno l’interruzione dei servizi cloud erogati dall’azienda americana Fastly, interruzione che ha reso inaccessibili una serie di siti in giro per il mondo, tra cui molti media, ma anche Amazon, Twitch, Spotify e altri.
La pressione dei governi spinge le piattaforme verso più censura e meno privacy per gli utenti Malgrado alcune società o organizzazioni pro-privacy sembrino avere, per ragioni di business o di principio, posizioni molto nette nella difesa del diritto alla libertà di espressione e alla riservatezza, la realtà è che in questo momento gran parte delle piattaforme digitali, specie quelle più grandi, sono messe alle strette dagli Stati.
L’Oversight Board di Facebook – il comitato per il controllo formato da un gruppo di esperti incaricati di rivedere ed eventualmente ribaltare alcune decisioni sulla moderazione di contenuti prese dal social network – si è espresso su un altro caso, dopo quello sicuramente più eclatante della rimozione dell’account di Trump, di cui avevo scritto in precedenti newsletter.
La storia dell’attacco informatico che ha indirettamente bloccato uno dei più importanti oleodotti americani è diventata ancora più grave a distanza di giorni.
Colonial Pipeline è uno dei maggiori distributori di carburanti nella East Coast americana (ne trasporta il 45 per cento nella regione) con 5500 miglia di oleodotti.
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